1968
Nato come mostra temporanea, il museo è il risultato di un’esperienza maturata dopo anni di ricerca promossa e condotta da Enzo Carretti che, insieme ad un gruppo di appassionati, ha raccolto e preservato una grande quantità di testimonianze materiali, orali e documentarie del mondo contadino locale.
Di fronte a un mondo che stava rapidamente cambiando a seguito della meccanizzazione agricola e dello spopolamento delle campagne, ha inizio la raccolta di quelli che molti ritenevano essere soltanto “ferri vecchi”, attrezzi da lavoro ormai in disuso, abbandonati nelle rimesse, spesso distrutti e bruciati. È significativo il nome della campagna di raccolta del 1973 “Chi è che brucia questa vecchia ruota?”, accompagnata negli stessi anni da una lettera inviata a tutti i capofamiglia al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e incentivare la donazione di materiali.
Tra i primi risultati del gruppo di ricerca ricordiamo la mostra del1971 “Arti e Mestieri dell’800” con approfondimenti su truciolo, tessitura e cordai, forme di artigianato locale complementari al lavoro dei campi; la mostra del 1973 “Un mondo che scompare” con le fotografie realizzate da Enzo Carretti; la ricerca su “La vecchia famiglia patriarcale contadina”, sintesi delle interviste realizzate presso i contadini della zona.
1977
Viene istituito il “Museo dell’Agricoltura”come sezione della Biblioteca civica e siapprova il primo regolamento.
La collezione diventa di proprietà inalienabile del Comune che si impegna ad assegnare fondi e a fornire spazi adeguati. La pianificazione delle attività è affidata al Comitato di Gestione della Biblioteca, all’interno del quale si forma la Commissione Museo.
1983
Il museo rimane allestito al piano superiore della Rocca Estense fino al 1983, quando se ne rende necessaria la chiusura per l’inizio dei lavori di restauro dell’edificio.
Il progetto di riqualificazione culturale della Rocca elaborato dall’arch. Mauro Severi prevede l’assegnazione degli attuali spazi al piano terra e nel seminterrato per un totale di circa 900 mq.
1994
Il museo riapre il 21 maggio 1994 con il nome di Museo dell’Agricoltura e del Mondo Rurale, dopo una riorganizzazione completa, con progetto e allestimento di Mario Turci.
Dal momento della sua inaugurazione a oggi, è stato svolto un continuo lavoro di aggiornamento e di implementazione della raccolta esposta, portando le cinque sezioni iniziali alle dodici attuali.
- Un mondo che scompare
- Fonti materiali, orali e documentarie
- Il patrimonio demoetnoantropologico