sezione 10 Le ceramiche antiche della Rocca

Le ceramiche domestiche quando riuscivano male nelle fornaci o si rompevano nell’uso, non essendo riciclabili a differenza dei metalli e dei vetri, finivano nei rifiuti oppure venivano utilizzate come materiale edilizio o per bonifiche. Le ceramiche del passato, anche se in frammenti, esistono dunque ancora intorno a noi, nel terreno e negli antichi edifici, e costituiscono la migliore fonte archeologica per ricostruire la qualità della vita, le tecniche e i commerci della società che ci hanno preceduto. 

La sezione raccoglie le antiche ceramiche rinvenute nel corso dei lavori di restauro della Rocca Estense. Sono esposti un centinaio di pezzi: si tratta in prevalenza di stoviglie per la mensa come boccali, ciotole e piatti, ma compaiono anche recipienti di servizio o di uso diverso come fiasche, catini, albarelli, micro-vasetti e un calamaio, nonché alcune pentole per cucinare e un gruppo di tre piccoli crogioli. Questo ricco patrimonio storico-artistico testimonia il benessere e il livello culturale della corte estense sammartinese. Le ceramiche esposte fanno riferimento principalmente a tre periodi: il primo corrisponde all’appartenenza del castello ai Roberti da Tripoli, tra la metà circa del Trecento e la conquista del 1430 da parte di Nicolò III d’Este; il secondo, tra la metà circa del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, coincide con una prima fase del dominio estense; il terzo periodo infine, dal pieno Cinquecento agli inizi del Seicento, corrisponde ad un’epoca travagliata per il feudo degli Este di San Martino in Rio e per la Rocca, soggetta a distruzioni e ricostruzioni. A questi si aggiungono due esemplari isolati di maioliche settecentesche.

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